Augusta, “Mafia e politica”, assoluzione ex sindaco Carrubba è definitiva. Primi commenti politici
AUGUSTA – La Procura della Repubblica di Catania non ha impugnato la sentenza assolutoria di primo grado pronunciata il 10 settembre 2019 nei confronti dell’ex sindaco Massimo Carrubba, nell’ambito del processo noto come “Mafia e politica”. Pertanto l’assoluzione è da intendersi irrevocabile. Lo si apprende dalla testata online Webmarte.tv.
Le inchieste giudiziarie erano incentrate principalmente sulle elezioni comunali di Augusta del 2008, vinte da Carrubba al ballottaggio, e su una serie di determine e delibere successive al voto che, secondo l’accusa, avrebbero favorito direttamente o indirettamente soggetti malavitosi.
Sul fronte amministrativo, portarono allo scioglimento del consiglio comunale di Augusta per presunte infiltrazioni mafiose (decreto del presidente della Repubblica del 7 marzo 2013) e, dal punto di vista penale, indussero la Procura distrettuale antimafia a richiedere numerose condanne per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, a conclusione del dibattimento.
In primo grado, il pm Ursino della Dda di Catania aveva chiesto, tra i dodici imputati a vario titolo, per l’ex sindaco Carrubba e per l’ex assessore Antonio Giunta le condanne più pesanti a 5 anni di reclusione. Il Tribunale penale di Siracusa (presidente Storaci, giudici a latere Spitaleri e Rusconi) ha poi assolto sia Carrubba che Giunta dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché il fatto non sussiste (con formula piena ex art. 530 comma 1 per il primo e dubitativa ex art. 530 comma 2 per il secondo); inoltre l’ex sindaco è stato assolto con formula dubitativa ex art. 530 comma 2 dal reato di voto di scambio, mentre il Giunta e altri imputati, in relazione allo stesso reato, sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione.
La suddetta assoluzione fornisce ulteriori argomenti a quanti hanno in diverse sedi criticato l’avvenuto scioglimento del consiglio comunale per presunte infiltrazioni mafiose. Si attendono adesso le decisioni politiche dell’ex sindaco Carrubba in merito alla prossima competizione elettorale, prevista in autunno dopo il rinvio per l’emergenza Covid, considerato che già un mese dopo la sentenza di primo grado aveva dichiarato che sarebbe tornato “in campo“.
Come ricordato dallo stesso Carrubba in quell’occasione, in carica dal 2003 e rieletto nel 2008, si dimise anticipatamente da sindaco nel settembre 2012 per la personale ambizione di partecipare alle “elezioni nazionali o regionali“. La Regione inviò quindi un commissario straordinario con i poteri di sindaco e giunta. Circa sei mesi dopo, venne decretato lo scioglimento del consiglio comunale per le presunte infiltrazioni mafiose, con la nomina di una commissione straordinaria prefettizia.
Di quel consiglio comunale sciolto facevano parte, tra gli altri, Giuseppe Di Mare, attuale consigliere di minoranza civico anche allora all’opposizione, e Alessandro Tripoli, consigliere di minoranza del Pd dimessosi lo scorso febbraio e allora in maggioranza. Mentre Di Mare intende candidarsi a sindaco sostenuto da liste civiche, Tripoli, ritenuto politicamente vicino a Carrubba, non si ricandiderà per sua scelta nella prossima competizione elettorale. I due hanno emesso un insolito comunicato congiunto, il primo in città a commento politico della conclusa vicenda giudiziaria, considerato che non è ancora stato espresso un commento dal diretto interessato.
“Vittoria della Città, chi ne ha miseramente approfittato si faccia da parte“, è il titolo-sintesi del lungo comunicato. A cui si aggiunge il destinatario politico: “Augusta non è Città mafiosa, adesso l’Amministrazione ne tragga le opportune conseguenze“.
“Accogliamo la notizia del mancato appello della Procura contro la sentenza di primo grado di assoluzione dell’ex sindaco Massimo Carrubba e la conseguente irrevocabilità del provvedimento con grande soddisfazione e felicità – affermano congiuntamente Di Mare e Tripoli – Sono stati anni bui per la nostra Città, di inchieste, controlli, commissari ed anche di politici che hanno fatto le proprie fortune cavalcando un disegno contro Augusta“. Su questo asserito “disegno”, pongono alcuni interrogativi: “Oggi bisognerebbe capire il perché di tutto quello che è successo alla nostra Città: chi ne ha tratto beneficio? Chi sono stati attori e comparse? Quali influenze politiche e di altri ambienti hanno spinto per decidere come indirizzare il futuro di Augusta?“.
“Sin dall’inizio del nostro mandato, siamo stati gli unici due ad esser rieletti dal precedente consiglio comunale, abbiamo ricevuto accuse ed additati come dei mafiosi, proprio da coloro che per natura, prima di fare simili accuse, avrebbero dovuto accertare la verità. Ovviamente questi “signori” si sono sempre ben guardati dal fare i nomi dei veri mafiosi di questo Paese e per loro comodità, hanno scelto di combattere la mafia associandola ai loro avversari politici piuttosto che ai veri mafiosi – proseguono Di Mare e Tripoli – Oggi quegli stessi politici dovrebbero avere l’umiltà di chiedere scusa, di esultare per la Città e il secondo dopo lasciare i ruoli che indegnamente ricoprono“.
(Nella foto di repertorio di copertina: Massimo Carrubba in una delle tre conferenze stampa sulle vicende politico-giudiziarie)