AUGUSTA – Dopo il contestato trasferimento in altre città di alcuni reparti ospedalieri, del Giudice di pace e dell’Agenzia delle entrate, per Augusta si profilerebbe un ennesimo “scippo”. In questi giorni il Piano strategico della portualità italiana del ministro Delrio ha ottenuto l’approvazione dalle rispettive Commissioni di Camera e Senato. Allo stato attuale, nel riordino della portualità si prevede la riduzione delle port authority da 24 a 14.
Mentre viene data per certa una sede a Palermo e come probabile una a Catania, il futuro di quella augustana è fortemente nebuloso. Secondo quanto emerso in queste settimane, risulterebbero stanziati 384 milioni di euro per la eventuale realizzazione di un pontile all’avanguardia adiacente alla diga foranea, oltre a 15 milioni di euro per i lavori di adeguamento della tratta ferroviaria Augusta-Bicocca, che dovrebbe poi raggiungere il porto di Punta Cugno mediante il promesso raccordo ferroviario.
Gli operatori portuali lamentano da tempo l’assenza di un progetto globale lungimirante sul porto commerciale di Augusta, la mancata competitività in termini di costi operativi e burocrazia, ovvero l’incapacità di attrarre i grandi gruppi terminalisti e armatoriali. Situazione aggravata dalle quasi quotidiane operazioni di sbarco dei migranti degli ultimi due anni.
Dalle deputazioni nazionale e regionale, nonché dalla nuova Amministrazione comunale gli operatori portuali e la cittadinanza si attendono impegni precisi e risposte chiare, onde evitare che scelte strategiche e gestione di ingenti somme finiscano altrove. Aumentano i timori che qualcuno voglia trasformare il porto di Augusta, il più grande del Mediterraneo, in una “Mineo del mare”, dirottando altrove il traffico commerciale e turistico. Il dibattito è aperto.
Diletta Casole