Cronaca

Coronavirus a Siracusa, la Procura acquisisce il servizio di “Report”. Sono 7 i fascicoli di inchiesta contro ignoti

SIRACUSA – Il servizio di “Report” sulla sanità siracusana finisce sul tavolo della Procura della Repubblica. Sulla vicenda Asp, la magistratura vuole vederci chiaro e per questo ha disposto l’acquisizione del file video inerente alla puntata di lunedì sera della trasmissione di Rai 3 (vedi immagine di copertina), che ha dedicato la seconda parte alla morte per coronavirus di Calogero Rizzuto, direttore del Parco archeologico di Siracusa, e di una sua collaboratrice.

Al centro dell’inchiesta giornalistica, le presunte lacune dell’Asp nell’affrontare l’emergenza sanitaria. Mentre sono complessivamente 7 i fascicoli aperti dal procuratore capo Sabrina Gambino e l’ultimo si basa su quanto emerso dalla trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci. L’inviata Claudia De Pasquale ha intervistato il figlio di Rizzuto, il deputato regionale Nello Di Pasquale, amico di Rizzuto, alcuni dipendenti della Sovrintendenza, e il direttore generale dell’Asp Salvatore Lucio Ficarra, il quale, incalzato dalle domande, ha preferito non rispondere o fornire risposte evasive. Per il momento, l’inchiesta è contro ignoti ma, entro questa settimana, Gambino deciderà se iscrivere o meno sul registro dei noti “modello 21” i nomi degli indagati. Lo farà all’esito della delega di indagine consegnata al nucleo di polizia giudiziaria della Polizia di Stato.

I 7 fascicoli traggono origine dai numerosi esposti denuncia presentati, a vario titolo, dalle Organizzazioni sindacali ma anche dall’acquisizione del documento video di un sedicente operatore sanitario (bollato come “fake” dall’Asp) che, all’interno di una tenda pre-triage dell’ospedale di Siracusa, ha realizzato un filmato video con il quale ha lanciato accuse circostanziate e dettagliate contro i vertici Asp e contro il dirigente del pronto soccorso dell’ “Umberto I” di Siracusa, tradendo così la sua preoccupazione e quella dei suoi colleghi per la mancanza di dispositivi di protezione individuale e per la superficialità con cui l’emergenza sarebbe stata affrontata dall’Azienda sanitaria. È probabile che il procuratore capo decida di riunire tutti i fascicoli a carico di ignoti in un unico procedimento penale contro precisi soggetti da indagare. Sarà lei stessa ad occuparsi della corposa inchiesta per verificare la sussistenza di eventuali ipotesi di reato.

Maurilio Abela


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