Hotspot ad Augusta, Vinciullo contesta le “riunioni carbonare” e decide di accedere agli atti
AUGUSTA – “Sull’hotspot di Augusta, pretendiamo la verità, vogliamo sapere nei minimi dettagli cosa si pensa di fare nel nostro territorio (…) Non avendo, come tutti gli altri rappresentanti istituzionali del territorio, ricevuto alcuna informazione su quello che da Roma si decide di fare a Siracusa, oggi stesso farò accesso agli atti presso l’Autorità portuale di Augusta, per sapere ciò che sta succedendo. Tutti questi misteri, tutti questi segreti e tutte queste notizie nascoste ai cittadini e ai rappresentanti istituzionali del territorio mi preoccupano, non capisco il motivo per il quale si pensa di realizzare una struttura del genere senza essere informati“.
Questi i timori e l’intenzione di accedere agli atti riferiti dal parlamentare regionale Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio e Programmazione all’Ars, sulla sempre più imminente istituzione di un hotspot per l’immigrazione ad Augusta, con la prima struttura, in via “temporanea” pare, da realizzare proprio sulla banchina del porto commerciale di Punta Cugno.
Inoltre Vinciullo ha presentato ieri, lunedì 7 agosto, un’interrogazione all’Ars per chiedere al Governo regionale di sapere se siano stati sottoposti agli uffici periferici della Regione Siciliana i progetti per la realizzazione dell’hotspot, se i suoi organi periferici, “a cominciare dall’Asp” sottolinea, abbiano concesso tutte le autorizzazioni di legge e quali provvedimenti intende assumere per bloccare la realizzazione dell’hotspot, nel caso in cui gli uffici periferici e centrali della Regione non abbiano ancora predisposto le autorizzazioni previste dalla legge.
Il parlamentare di Alternativa popolare ricorda che il Governo regionale ha “competenze esclusive sui porti” e che “di conseguenza, tutte le scelte strategiche che riguardano i porti siciliani devono essere concordate con il territorio e non, come sta accadendo adesso, in riunioni carbonare“.
Riapre probabilmente lo scontro dialettico con il sindaco pentastellato Cettina Di Pietro (vedi articolo), pur non menzionandola: “Colpisce, inoltre, il silenzio assordante di chi, rappresentante istituzionale del territorio, ha partecipato alle conferenze di servizio e ancora tace su quello che è stato deciso e su quello che è stato concordato, dimenticando di aver operato non a titolo personale ma nella qualità di rappresentante morale, politico e istituzionale di tutta la provincia“.
In merito alla stessa querelle con il primo cittadino augustano, Vinciullo precisa infine sull’operato del ministro Alfano, suo leader politico di riferimento, allora all’Interno, e dell’attuale titolare del dicastero: “Ricordo a tutti che già precedentemente sono stato costretto a recarmi in Procura per impedire la realizzazione dell’hotspot per migranti e che il ministro Alfano aveva assicurato in Parlamento che l’hotspot non sarebbe stato più realizzato. Il nuovo Ministro ha cambiato idea, io sull’argomento, invece, a differenza di altri, non ho cambiato idea e, di conseguenza, avuto l’accesso agli atti, se riterrò che vi siano le medesime debolezze amministrative del precedente progetto, mi recherò nuovamente in Procura. Insopportabile appare, inoltre, che, cambiato il Ministro dell’Interno, possa cambiare la decisione ormai ampiamente stratificata e che vedeva un impegno, oggi disatteso dal Governo, nei confronti della città di Augusta e di tutta la provincia di Siracusa. Questi cambi di indirizzi, di comportamenti e di strategie sono in genere insopportabili. Poi, quando hanno come obiettivo quello di colpire una città, in questo caso Augusta, anche immorali“.