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Nuovi particolari sul via libera all’hotspot, “rivelatrice” l’approvazione del protocollo d’intesa

AUGUSTA – Un nuovo dettaglio intorno alla vicenda hotspot e gestione degli sbarchi emerge dalla delibera di giunta comunale n. 128 del 15 settembre, pubblicata due giorni fa.

Secondo il parlamentare regionale di Alternativa popolare Vincenzo Vinciullo e il consigliere comunale di Diem25 Giuseppe Schermi, autori di una nota congiunta, “svela come, il 7 agosto scorso, il sindaco M5s Cettina Di Pietro ha firmato un protocollo d’intesa che legittima la Prefettura di Siracusa a gestire un hotspot nel porto commerciale di Augusta“.

Se era noto l’incontro romano, tenuto a fine luglio al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, forse decisivo per il via libera all’hotspot da parte del Comune di Augusta (vedi articolo), non si aveva più notizia da fonti istituzionali dei successivi incontri in cui siano stati coinvolti gli enti territoriali interessati.

Nella recente delibera di giunta che approva il protocollo d’intesa, si legge che “in data 7 agosto 2017 presso la prefettura di Siracusa questa amministrazione comunale ha sottoscritto, con riserva di sottoporlo ai competenti organi comunali per l’approvazione, lo schema del protocollo d’intesa in argomento, allegato al presente atto per farne parte integrale sostanziale, che riunisce tutti soggetti interessati alla materia de qua e che contempla ogni fase del processo di sbarco, controllo (pre-identificazione e controllo medico) e prima accoglienza, tenendo conto degli enti ed organi pubblici istituzionalmente competenti alle attività”.

Tale protocollo d’intesa istituisce presso la Prefettura una cabina di regia, con competenza limitata alla materia dell’accoglienza, della quale fa parte un rappresentante per ogni ente coinvolto, organo pubblico, nonché onlus e organizzazione di volontariato. E, in particolare, ha il fine di indicare le procedure da seguire e le azioni da svolgere al verificarsi di uno sbarco di migranti “nel porto commerciale di Augusta“, avallando di fatto la tesi ministeriale che Augusta resterà almeno per i prossimi quattro anni il porto degli sbarchi assistiti dei migranti, senza prevedere le annunciate soluzioni alternative, lontano dalle banchine di Punta Cugno.

Vinciullo e Schermi, ricordando la mozione “no hotspot” del Consiglio comunale approvata all’unanimità quasi due anni fa, affermano: “Riteniamo che il Sindaco, che avrebbe designato alla firma il proprio assessore, avv. Spinitta, non avesse i poteri per prendere un tale impegno per il Comune, in quanto diversamente si è espresso il Consiglio comunale (…) Sconcerta l’assenza del numero di protocollo dell’atto, firmato il 7 agosto, ma tenuto segreto, fino ad oggi, alla Città. Tardiva ed illegittima appare la delibera di giunta tesa a sanare tale atto, poiché prende impegni contrari alla mozione di indirizzo del Consiglio comunale n. 39 del 12 ottobre 2015, votata all’unanimità, che si esprimeva per il “diniego al rilascio di autorizzazioni all’hotspot di Augusta”“.

Sulla ricerca delle aree alternative annunciata nel documento ministeriale di fine luglio, aggiungono: “Nulla è previsto nel protocollo d’intesa firmato circa l’impegno a trovare un’area al di fuori del Porto commerciale, elemento che avrebbe spinto nei giorni scorsi il Sindaco ad esultare affermando di avere ottenuto un grande successo. È questa la tanto proclamata coerenza e trasparenza? Dov’è finita la democrazia partecipata?“.

Vinciullo e Schermi concludono: “Chiederemo l’immediata convocazione del Consiglio comunale affinché il Sindaco relazioni sulla firma di questo protocollo tenuto nascosto fino ad oggi e chieda al Consiglio comunale di revocare la mozione di indirizzo n. 39 del 12 ottobre 2015 perché, permanendo tale mozione, è chiaro che la delibera di giunta comunale è viziata e, quindi, illegittima. Continuiamo ad essere contrari alla realizzazione dell’hotspot in quanto la realizzazione di questo hotspot rappresenta la morte fisica e civile dello stesso porto“.

Dal canto suo, il sindaco Cettina Di Pietro, intervenendo a mezzo social network questo mercoledì mattina e rivendicando la sottoscrizione del protocollo d’intesa, si riferisce a un risultato raggiunto e premette: “Il Comune era gravato da cospicue anticipazioni di cassa per consentire l’erogazione dei menzionati servizi durante gli sbarchi, con somme anticipate dal Comune e successivamente rendicontate al Ministero, per il tramite della Prefettura, per ottenere la restituzione delle stesse. Fin dal mio insediamento, avendo trovato questo stato di cose, mi sono impegnata per eliminare questo carico“.

Secondo il primo cittadino, quindi, “grazie alla stipula del Protocollo (come previsto dall’art. 7), si passa, definitivamente, da un contesto in cui il Comune erogava tutti i servizi legati alla prima accoglienza a quello attuale, in cui il nostro Ente viene finalmente liberato dei suddetti oneri“, anche se ammette che, oltre ad aver dovuto sollecitare al ministero la restituzione delle somme anticipate, “rimarranno a carico del Comune, in quanto obbligo di legge (d.lgs. 142/15 e successive modificazioni), le incombenze relative al collocamento dei minori stranieri non accompagnati, con le modalità stabilite nel protocollo (Cabina di regia)“.


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