AUGUSTA – Una rissa prima verbale e poi fisica, sfociata in più colpi di pistola esplosi all’indirizzo di un sorvegliante, A.D.M., di un pontile del lungomare Granatello. L’autore della violenta aggressione, il quarantenne augustano Maurizio Miano, con diversi precedenti penali, aveva ritenuto di “risolvere” così un acceso alterco sviluppatosi nel piazzale di un circolo nautico, tra alcuni suoi parenti ed il malcapitato sorvegliante, che li accusava di aver rubato il motore di un’imbarcazione.
Era il 7 maggio di due anni fa quando i Carabinieri di Augusta traevano in arresto il Miano con la pesante accusa di tentato omicidio. Celebratosi il processo di primo grado veniva però a cadere tale grave contestazione ed il Miano rimediava una condanna “mite”, ad un anno e otto mesi di reclusione, per minacce con arma, ottenendo prima gli arresti domiciliari e poi il solo obbligo di firma.
Ma proprio il mancato regolare adempimento di tale obbligo si è rivelato fatale per il Miano. Qualche giorno fa, a seguito delle ripetute segnalazioni dei Carabinieri alla Corte di appello, è stato riarrestato per reiterate violazioni del suddetto obbligo di firma. I giudici di Catania hanno aggravato la misura cautelare, ripristinando gli arresti domiciliari, in attesa del processo di appello, che si svolgerà il 10 novembre prossimo.