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“Traversata della pace”, anche un architetto augustano attraversa a nuoto lo Stretto di Messina

AUGUSTA – Ieri mattina, alla prima edizione della “Traversata della pace“, anche l’architetto augustano Antonio Roggio ha completato l’impresa, all’età di 68 anni, di attraversare a nuoto lo stretto di Messina, circa 3,5 km dalla spiaggia di Torre Faro nel comune di Messina a quella di Cannitello nel comune di Villa San Giovanni.

“Un mare che unisce” è lo slogan scelto per l’evento promosso dal Rotary, dalle sue articolazioni territoriali regionali, segnatamente il distretto 2110 di Sicilia e Malta governato dall’augustano Giuseppe Pitari e il distretto 2102 di Calabria guidato da Maria Pia Porcino, e dalle sue articolazioni locali, con sette club tra Messina e Reggio Calabria, con l’organizzazione tecnica dell’Ulysse Nuoto.

Diffondere la cultura della pace è infatti da sempre una delle principali missioni del Rotary International (che dal 1991 detiene lo status più elevato tra le ong in qualità di consulenti e cooperatori delle Nazioni Unite), e da qui la volontà di dar vita a un evento simbolico in un luogo che costituisce, per svariati motivi storici e attuali, una vetrina mediatica. Negli intendimenti dei promotori, unire idealmente due terre mediante una traversata a nuoto può rendere figurativamente la tenacia necessaria a superare le criticità, per conquistare la pace laddove ci sono conflitti in corso.

Gli augustani Giuseppe Pitari, governatore del distretto Rotary di Sicilia e Malta, e Antonio Roggio alla cerimonia conclusiva della “Traversata della pace” a Messina

Tra i ventuno partecipanti alla traversata non competitiva, Antonio Roggio, socio del Rotary club Augusta, nonché attuale presidente della sezione cittadina dell’Unuci, ha fatto registrare il rispettabile tempo di 50 minuti. Con recenti trascorsi da nuotatore master, già tesserato di una società etnea, si era preparato per non mancare all’evento e affrontare per la prima volta la sfida dello Stretto.

Era un mio sogno, una di quelle sfide da mettere in atto nella propria vita – riferisce il professionista a La Gazzetta Augustana.it – Non la inquadro come una prestazione sportiva, perché per me è stata come il Cammino di Santiago: una traversata del cuore, una sfida con sé stessi più che una sfida con gli altri“.

Ti cimenti con la paura – aggiunge – per tutti i racconti sullo Stretto e le sue correnti, per la sua estrema profondità, per i grandi cetacei e pesci che lo attraversano. È andato tutto liscio, anche per la grande professionalità degli organizzatori“.


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