AUGUSTA – Esordisce con un interrogativo forte: “Occorrono azioni eclatanti per liberarlo?“. Così il problema esposto dagli operatori portuali, e da noi rilanciato in un recente editoriale dal titolo “Barconi scafisti ostacolano attività portuali“, diventa oggetto della denuncia politica dell’on. Vincenzo Vinciullo.
Vinciullo spiega: “Ad oltre un anno dall’arrivo nel porto commerciale di Augusta di alcune grosse imbarcazioni che trasportavano migranti, le banchine del porto, nonostante le numerose rassicurazioni ricevute alle mie altrettante numerose sollecitazioni, continuano senza pudore ad essere prigioniere di queste grosse navi“.
Il parlamentare regionale assicura di aver interessato tutte le istituzioni competenti: “Dal loro arrivo ad oggi, abbiamo interessato tutti: Ministeri, Prefettura, Dogane, Dipartimento regionale delle Capitanerie di porto, ognuno per la parte di propria competenze e ci hanno assicurato che non c’erano problemi, questione di giorni, qualcuno si è spinto perfino a parlare di questione di ore!“.
Prosegue: “Non si può distruggere il porto commerciale di Augusta per incapacità assoluta di garantire risposte certe a chi ha fatto investimenti e vorrebbe che il porto commerciale di Augusta, anziché essere un monumento all’inefficienza e all’incapacità amministrativa, sia invece luogo d’approdo per merci e quindi per lavoro“.
Vinciullo espone le sue richieste: “Torniamo, e per l’ultima volta, a chiedere a chi ha competenze specifiche sulla questione a pronunciarsi definitivamente sulla vicenda; vorremmo vedere il bando, l’inizio dei lavori o più semplicemente che queste due navi, anziché essere depositate nel porto commerciale di Augusta, vengano depositate in altri porti commerciali“.
Il parlamentare regionale conclude: “Augusta ha già ampiamente pagato per la presenza di queste navi; adesso paghino altre città, altri porti, perché così come gli onori, anche gli oneri vanno equamente condivisi e quindi, per l’ultima volta, torno a chiedere di liberare il porto da questa prigionia che dura da oltre un anno, altrimenti saremo costretti ad organizzare azioni eclatanti per liberare il porto commerciale di Augusta da questa lunga e sofferta prigionia“.