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Archeoclub di Augusta, tour virtuale nella chiesa di S. Giuseppe tra gli “splendori della fede”

AUGUSTA – “Splendori della fede. Opere e artisti nelle chiese di Augusta” è il titolo dell’incontro promosso da Archeoclub sede di Augusta, tenuto il pomeriggio di sabato 23 dicembre nella suggestiva cornice della chiesa confraternale di S. Giuseppe, che è stato anche occasione per lo scambio degli auguri alla presenza di soci, ospiti e personalità, tra cui l’ammiraglio Raffaele Caruso, già comandante di Marisicilia.

La serata è stata introdotta dai saluti della presidente Mariada Pansera che ha esaltato le bellezze della chiesa di S. Giuseppe, centro di fede e spiritualità del popolo di Augusta, quindi ha presentato il relatore Giuseppe Carrabino ricordando la sua passione per la storia patria e il patrimonio artistico della città.

Scopo principale dell’incontro – ha detto Mariada Pansera è quello di far conoscere questo inestimabile patrimonio, nella convinzione che solo attraverso la conoscenza si può garantire la nostra eredità culturale alle generazioni future. Un impegno questo che vede Carrabino sul campo da alcuni decenni con passione e tante volte con fatica e rammarico, specie contro la rapidità con la quale, in alcune occasioni, diverse espressioni dell’arte sacra sono state irrimediabilmente distrutte o trafugate. Tali espressioni sono costituite dai monumenti architettonici (patrimonio immobile), dalle suppellettili liturgiche ed opere di valore artistico-storico (patrimonio mobile), dagli archivi e biblioteche ecclesiastiche (patrimonio culturale)“.

Un itinerario virtuale quello proposto da Carrabino, che ha illustrato la storia, le dinamiche che hanno determinato la nascita dei diversi insediamenti architettonici, e nel contempo esaminato una parte dell’enorme patrimonio culturale che testimonia i culti e le tradizioni di una comunità attenta alle correnti culturali che, nel tempo, si sono sviluppate grazie agli ordini religiosi, confraternite, committenti illuminati, artisti e devoti ispirati.

Si tratta – ha riferito Giuseppe Carrabino di un patrimonio non indifferente e i dati di questo censimento, sia pur parziale e in itinere, ci offrono la possibilità di illustrare opere ai più sconosciute e nel contempo di sfatare quelle dicerie circa l’assenza di nomi di artisti e committenti. Le ricerche archivistiche hanno infatti permesso di attribuire edifici ai Bonaiuto di Siracusa o ai Palazzotto da Messina; dipinti dei siracusani Mario Minniti e Daniele Monteleone, del messinese Antonino Bova, di Emanuele Infantino o della scuola di Pietro Novelli. Sculture del celebre frate francescano Innocenzo da Petralia. Argenti del messinese Paolo Pellicano o del catanese Bartolomeo Bartolotta. Opere di ebanisteria degli augustani Cosimo Parri o Salvatore Stagnaro, ed ancora le pregevoli dorature dei rinomati battiloro augustani, ritenuti esperti del settore in tutta la Val di Noto, oltre a sculture in ceroplastica del concittadino Carmelo Costa“.

Con l’ausilio delle immagini sono state illustrate sculture, dipinti, maioliche, bronzi, marmi, ceroplastica, mistura, cartapesta, ex voto, tessuti, parati sacri, statue da “vestire”, argenti e testimonianze della fede e pietà popolare. Di particolare pregio il Crocifisso della chiesa della Grazia con la “firma” di fra Innocenzo da Petralia o la pregevole “Madonna nera” di scuola bizantina della chiesa Madre.

Dobbiamo esprimere sincera gratitudine all’amico prof. Paolo Giansiracusa e a quanti come lui hanno supportato la nostra azione finalizzata alla conoscenza e soprattutto al recupero del significato dei beni culturali e delle tradizioni popolari nella coscienza collettiva. Sarebbe inopportuno – ha commentato il cultore di storia patria – che a questa energica azione e soprattutto alle indicazioni suggerite anche dalla Conferenza episcopale italiana tendenti all’esaltazione dei beni della Chiesa come strumenti di evangelizzazione, corrispondesse una noncuranza delle nostre Chiese particolari“.

Nell’asserito del card. Ravasi – ha aggiunto Carrabino – trovo piena continuità nell’opera del nostro arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che, durante il suo episcopato, ha sempre incoraggiato l’azione evangelizzatrice delle comunità locali e dell’associazionismo confraternale in particolare, con specifico riferimento alla pietà popolare e la costante cura dei “beni” espressi da ogni singola realtà ecclesiale. Non posso non ricordare il suo apprezzamento nei confronti della salvaguardia, del restauro delle nostre chiese e delle preziose opere in esse custodite e in particolare dei suoi reiterati interventi a favore della genuina pietà popolare della nostra Augusta“.

L’incontro si è concluso con i saluti di Concetto Lombardo, governatore della confraternita di S. Giuseppe che, nel ringraziare Archeoclub e il relatore per l’occasione offerta, ha dichiarato che in effetti il patrimonio presentato non è altro che “splendore della fede” poiché in ogni singola opera, sia essa materiale che immateriale, si esprime la bellezza di Dio e della fede degli uomini e delle donne di tutti i tempi.


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