Augusta, costruzione impianto per Css in cementeria, Legambiente contesta: “No a petcoke e rifiuti nei forni”
AUGUSTA – “Apprendiamo però che in data 20 ottobre 2020 il Comune di Augusta, citando tra gli atti il decreto autorizzativo Aia del 2017 ma non il ricorso avanzato dall’amministrazione nel 2018, ha rilasciato il permesso di costruire “per la realizzazione dell’impianto di ricevimento e dosaggio del combustibile solido secondario (CSS) nel forno di cottura clinker dello stabilimento Buzzi Unicem S.p.A. di Augusta”. Siamo molto contrariati per questa decisione, che fa presumere una conclusione della vicenda favorevole alla Buzzi Unicem“.
Lo evidenzia Legambiente Augusta in un comunicato, chiedendo lumi in particolare sull’esito del ricorso straordinario presentato al presidente della Regione siciliana dall’amministrazione comunale Di Pietro allora in carica, nell’aprile 2018, come auspicato dalla stessa associazione ambientalista, per l’annullamento dell’Aia oggetto di un decreto assessoriale regionale di modifica (17 novembre 2017) che consentirebbe alla cementeria di “impiegare nei suoi forni il carbone, il petcoke, l’olio combustibile BTZ, il GPL, il CSS-rifiuto (20.000 tonnellate/anno) o, qualora disponibile, il CSS-combustibile“.
Quindi dall’associazione, rappresentata in città dal dirigente regionale Enzo Parisi, l’appello ai diversi livelli di governo: “Chiediamo alla nuova amministrazione del sindaco Di Mare, al presidente della Regione Musumeci e al ministro dell’Ambiente Costa di porre in atto ogni legittima misura utile per bocciare questo progetto, per impedire che si brucino i rifiuti in cementeria e per mettere finalmente al bando il petcoke“.
“Come più volte detto il petcoke o carbone da petrolio – asserisce l’associazione – è un pessimo scarto, ciò che resta sul fondo del barile dopo aver raffinato ed estratto tutto il possibile, nel quale si concentra un’alta percentuale di zolfo e di metalli pesanti. Esso, assieme al carbone, è uno dei combustibili fossili più inquinanti e tra i maggiori corresponsabili dei cambiamenti climatici“.
“Anche questo di Augusta – conclude Legambiente nel comunicato – è un caso esemplare nel quale è di vitale importanza ed urgenza tutelare la salute delle persone e fermare i cambiamenti climatici. Per fare ciò si cominci con la onesta revisione e la rigorosa applicazione di un Piano regionale della qualità dell’aria idoneo a ripristinare condizioni di vivibilità e salubrità per le popolazioni delle aree industriali e dell’intera Sicilia“.