Broadway, la mia conversazione con Lauren Luiz: fenomeno Spring Awakening
Il mese scorso, in prossimità della cerimonia della settantesima edizione dei Tony Awards, negli Stati Uniti non si è fatto altro che parlare di musical. Con il trend alle spalle, allora oggi ho deciso ho di parlarvi di una Broadway diversa: la Broadway diversamente abile. La storia di oggi ha come protagonista l’amica Lauren Luiz, che ai Tony ha perfino cantato. Infatti Lauren interpreta Melitta e la voce di Thea nella nuova produzione di Spring Awakening, un moderno adattamento della pièce teatrale omonima di Frank Wedekind del 1891, che ha ricevuto tre nomination ai Tony Awards, gli Oscar dei musical.
Ma questo nuovo revival ha qualcosa di veramente speciale, a cominciare dalla particolarità che è cantato sia in inglese che in linguaggio dei segni. La produzione, partita dal Deaf West Theater di Los Angeles e arrivata alla cerimonia dei Tony a Broadway, ha letteralmente sbancato tutti i botteghini e nel giro di qualche mese la mia amica Lauren si è ritrovata a cercare casa a New York.
Quando lo show ha chiuso, alcuni mesi fa, Lauren si è fermata a Boston per qualche giorno e mi ha raccontato di Broadway, dello spettacolo e soprattutto dei suoi colleghi. Infatti Spring Awakening è il primo show in cui la maggior parte del cast è diversamente abile, prima fra tutte Marlee Matlin, unica attrice sorda a vincere un Oscar e un Golden Globe, e Ali Stroker, prima attrice in sedia a rotelle a salire su un palco di Broadway.
Gli altri attori del cast si dividono in sordomuti o parzialmente sordi e le loro controparti vocali (come la mia amica Lauren). Quando le chiedo perché, secondo lei, lo spettacolo ha avuto così tanto successo, Lauren mi dice: “La storia parla di problemi di comunicazione ed incomprensioni e questo è esattamente quello che provano in tanti nella comunità sordomuta. Ci sono 70 milioni di sordi al mondo, senza contare i parzialmente sordi, 70 milioni! Sono una comunità molto stretta e molto forte nelle loro convinzioni, non si sentono in alcun modo disabili o mancanti, nessuno di loro ti dirà mai che vorrebbe sentire. Lo spettacolo ha avuto così tanto successo perché i fan nella comunità sordomuta si sono finalmente sentiti rappresentati nella maniera giusta e da attori sordomuti”.
Nei suoi mesi con il cast di Spring Awakening, Lauren non solo ha imparato ESL (linguaggio dei segni inglese) ma è entrata a far parte di un mondo completamente diverso da quello a cui era abituata. “Ci sono momenti nello spettacolo in cui si è in totale silenzio, è un’esperienza travolgente per chi sente. E per il pubblico sordo vedere rappresentati i suoni, la musica, oltre alle parole, ha reso lo spettacolo accessibile e ne ha intensificato l’esperienza, come nessun musical o show è mai riuscito a fare”, mi racconta.
Lauren mi parla anche di come la produzione ha dovuto rendere accessibile non solo il teatro ma anche il palcoscenico e i camerini per Ali Stroker, la sua collega in sedia a rotelle. “I camerini e il retro del palco sono l’opposto di accessibile: scale, corridoi stretti e ancora scale”, esclama. Eppure quando le chiedo se percepisce la sedia di Ali come una disabilità, Lauren mi risponde: “Ali stessa non si chiamerebbe mai disabile, per lei il non poter camminare è parte del suo essere, è in sedia a rotelle da quando aveva 2 anni”.
E allora mi sono resa conto che ciò che Lauren mi ha voluto trasmettere è che rendere il teatro accessibile per Ali, e per gli altri artisti in sedia a rotelle, non era stato né un opera di carità né un cruccio, era semplicemente una cosa che andava fatta per far sì che lo spettacolo si compisse e che quindi è stata fatta, nulla di più, nulla di meno. In nessun momento, mi ha assicurato Lauren, a nessuno è venuto in mente di sostituire Ali con un’attrice che potesse camminare.
Ma chissà perché noi Italiani dagli Stati Uniti prendiamo in prestito solo le cose peggiori e, invece, non ci facciamo ispirare da esempi di civiltà meravigliosi come la storia di Spring Awakening?