Gli strascichi al veleno del voto sul baratto amministrativo
AUGUSTA – La seduta del Consiglio comunale che si è tenuta lunedì sera aveva all’ordine del giorno due punti: la Centrale unica di committenza, con l’approvazione dello schema di convenzione e del regolamento dell’ufficio unico, e il regolamento per il baratto amministrativo. Discusso il primo punto, riguardante la convenzione che autorizza il Comune ad aderire alla Centrale unica di committenza insieme ai Comuni di Modica e Scicli, che ha visto la minoranza con dieci consiglieri presenti restare in Aula, garantendo il numero legale, e astenersi e la maggioranza con quindici consiglieri presenti approvare, il regolamento del baratto amministrativo ha acceso gli animi e determinato la scelta dell’opposizione oggetto delle successive polemiche.
Si ricorda che il regolamento del baratto amministrativo serve a disciplinare le modalità per il Comune di riduzione o esenzione dei tributi, nel merito della Tari, a fronte d’interventi di valorizzazione e riqualificazione del territorio compiuti da cittadini singoli o associati.
L’unità costruita tra maggioranza e opposizione nelle due commissioni consiliari competenti, a seguito delle mozioni di indirizzo sul baratto amministrativo presentate prima dal consigliere di opposizione Giuseppe Di Mare e poi dalla stessa maggioranza e ritirate entrambe proprio per favorire una proposta comune, è svanita di fronte alla presentazione di un documento, nella forma, diverso dall’accordo che si evincerebbe dai verbali dei lavori di commissione.
Infatti, i consiglieri comunali di opposizione, attraverso una nota congiunta, denunciano che “nell’introduzione della proposta di deliberazione circa il regolamento in questione (del baratto amministrativo, ndr), presentata fra l’altro non come proposta di Commissione, ma, come si legge, dai “consiglieri comunali”, lo stesso venisse presentato esclusivamente come partorito “sia dal programma elettorale del Movimento 5 stelle che da quello del sindaco Maria Concetta Di Pietro”. Secondo l’opposizione, “ennesimo esempio di ordinaria prepotenza istituzionale” da parte della maggioranza pentastellata.
Da qui la scelta di abbandonare l’Aula, alle ore 20,35, tra gli applausi ironici dai banchi dei consiglieri pentastellati, facendo venir meno il numero legale richiesto per il voto, che è di sedici consiglieri. Durante la sospensione prevista di un’ora, la maggioranza vedeva arrivare in Aula un sedicesimo consigliere pentastellato, necessario a garantire il numero legale e approvare comunque il regolamento del baratto amministrativo.
Per il gruppo consiliare del M5s si sarebbe trattato di “un agguato politico nel momento in cui il gruppo di opposizione si è reso conto che la maggioranza non aveva i numeri per far passare le proposte all’ordine del giorno“. E ribadisce: “Il gruppo di maggioranza andrà avanti con loro o senza di loro, realizzando uno alla volta tutti i punti del programma che è stato proposto alla cittadinanza, perché il bene collettivo è più importante di qualsiasi interesse personalistico; riteniamo che l’ultimo Consiglio abbia palesato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, chi ha veramente a cuore gli interessi della città tutta e chi invece si limita a sontuose omelie completamente prive di costrutto“.
Secca la replica della minoranza, nella nota congiunta: “Questa opposizione svolge con responsabilità, correttezza e serietà il proprio ruolo ma, quando il dibattito politico cede il passo a scorrettezze manifeste e prepotenze gratuite, compiute da chi ha l’arroganza di sapere che tanto basta a se stessa, tutto diventa realmente inaccettabile“. Aggiungendo: “Nessuna urgenza imponeva che tale regolamento venisse votato durante l’ultimo Consiglio e, pertanto, chi opera in buona fede avrebbe dovuto sentire l’esigenza morale, prima ancora che politica, di verificare i dubbi avanzati dall’opposizione circa le modalità di presentazione della proposta stessa e rimandarla a successiva seduta“.
Resta da comprendere se questa nuova polemica incrinerà, d’ora in avanti, quell’apertura al confronto da parte della maggioranza e quel senso di responsabilità da parte dell’opposizione, dimostrati sui temi di ampia condivisione.
Marcello Marino