Il “Re buono” ad Augusta: il soldato e l’uomo nel convegno dell’associazione “Umberto I”


AUGUSTA – Non solo battaglie, date o trattati, la storia custodisce anche un memorabile tesoro di relazioni tra il popolo e i sovrani più umili. Attraverso il diario del piccolo Enrico Bottini, protagonista del romanzo Cuore pubblicato nel 1886, il maestro-scrittore Edmondo De Amicis insegnò ai bambini di allora i valori nazionali del Risorgimento italiano proprio rievocando il tenente generale Umberto di Savoia al cui fianco l’autore combatté a Custoza.
Infatti, in concomitanza con il 150° anniversario dalla celebre battaglia, scoppiata il 24 giugno 1866, venerdì sera ad Augusta presso la sede dell’associazione filantropica liberale “Umberto I”, presieduta da Mimmo Di Franco, si è celebrata la figura del principe di Savoia, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua vita prima e dopo l’incoronazione in un convegno organizzato in collaborazione con l’Istituto del nastro azzurro e con relatori il presidente della federazione siracusana dell’istituto, l’avvocato Francesco Maria Atanasio, e l’ammiraglio in quiescenza Sebastiano Ponzio.
Per due occasioni, anche Augusta ha potuto ospitare Umberto I, nella prima, sbarcato giovanissimo insieme ai fratelli Amedeo e Oddone da una nave crociera nel 1863, poi da re il 16 gennaio 1880, sostando per qualche ora in stazione, accompagnato dalla moglie, la regina Margherita, nel loro viaggio in treno da Messina a Siracusa. Il suo nome fu dato all’associazione, fondata il 27 gennaio del 1881 dal professore Sebastiano Salomone e ospitata nel locale acquistato all’epoca per 13 mila lire dall’artigiano Domenico Brancati e ancor prima della via principale della città.
Ciò attesta l’ammirazione diffusa allora e ancora viva oggi nei suoi confronti. “L’idea di quest’incontro risale al 27 febbraio di quest’anno, quando – chiarisce Di Franco, prima di dar inizio alla conferenza – proprio qui abbiamo festeggiato il 135° anniversario del nostro sodalizio, iniziato, possiamo dire, a fine Ottocento con la fondazione ad opera del professore Salomone. Il Salomone era un fervente ammiratore del re Umberto e, rileggendo oggi la sua opera “Storia di Augusta” del 1905, lo si verifica continuamente. Ed è bene quindi approfondire e richiamare alla nostra memoria la figura di questo sovrano passato alla storia come il “Re buono”. Raccontandolo, ci siamo accorti che tra le foto dei nostri antenati esposte qui in sala, mancava proprio lui che, nel nome, racchiude tutta la nostra storia”.
A tratteggiarne il profilo, non soltanto militare ma soprattutto umano, è intervenuto Ponzio, il quale ha parlato del re come di un modello morale di generosità, un soldato, insieme ai suoi fratelli, che il padre Vittorio Emanuele mandò a combattere per salvare la casata e, come lui stesso soleva dire, non far “la fine dei Borbone”. “Veniamo allora alla presenza di Umberto nel nostro territorio – commenta Ponzio – che ancora oggi è idealmente palpabile dal nome della strada principale a lui dedicata (prima chiamata via del Cassero e poi via Ferdinando, da Ferdinando I di Borbone, re delle due Sicilie, ndr). Ha proseguito: “Si evince dal monumento a lui consacrato, che fu in assoluto il primo monumento della città, posto all’interno dei giardini pubblici proprio da questa associazione che ne porta ancora il nome, dopo 135 anni. Diremmo che quella di Umberto è stata una presenza fisica e morale ad Augusta”.
Non soltanto in questo territorio, ma in ogni angolo della nazione il sovrano ha esercitato un ruolo forte, perché appoggiato dai sudditi e dall’esercito. Tante le innovazioni sul campo di battaglia, come quelle in ambito sociale, economico e giuridico, tra cui il codice penale Zanardelli del 1889, firmato dal sovrano, in sostituzione dei codici sardo e borbonico.
Si concentra invece sul campo di battaglia il successivo relatore, Atanasio: “Il giovane principe si trovava con la 16ª divisione di fanteria, nel corso dello schieramento il 49° battaglione da lui capeggiato, quando, proprio la mattina del 24 giugno, venne investito da una carica di cavalleria di Ulani: senza batter ciglio, il principe dispose i propri uomini in quadrato e con un ripetuto fuoco di fucileria riuscì prima a fermare l’avanzata nemica e poi a far desistere gli Austriaci dal proseguire l’attacco. Lo scontro passerà alla storia col nome di “Quadrato di Villafranca”“.
Il presidente siracusano dell’Istituto del nastro azzurro ha sostenuto: “Umberto I può definirsi il re che fece gli Italiani e non solo da un punto di vista etico e morale, valorizzando quanto nel campo dell’arte, della musica, della letteratura o delle scienze servisse a creare fra le diverse genti d’Italia un legame, un tessuto unitario, idoneo a consolidare il patrimonio spirituale di un Paese dolorosamente frantumato e diviso dopo sette secoli di sottomissione allo straniero. Umberto I è il re che fece gli Italiani anche da un punto di vista istituzionale, politico, umano”.
Atanasio ha concluso l’incontro trattando le principali riforme sostenute dai Savoia, celebrando, per esempio, il corpo dei Corazzieri, istituito per le nozze tra Umberto I e Margherita, e la figura di questa donna, di grande cultura che ovunque andava “ridava vita alla nazione“, attraverso le letture dantesche nei palazzi e la valorizzazione delle arti e “che fu onorevolmente cantata dal Carducci”.
A fine serata, il ritratto del re è stato consegnato al presidente Di Franco dal delegato provinciale dell’Istituto nazionale per la guardia d’onore alle reali tombe del Pantheon, Ivan Grancagnolo, che ha ricevuto una targa dell’associazione, come anche il tenente di vascello Umberto Bulleri, presente al convegno in rappresentanza del contrammiraglio Maffeis e di Comforpat.
Il re Umberto di Savoia ha trovato quindi il suo legittimo spazio tra Salomone, Brancati e Corbino, uomini illustri che rivivono nel ricordo dei cittadini augustani e sono esempi per l’associazione, la più antica della città. A margine della conferenza storica, è stato annunciato da Di Franco che il monumento dedicato ad Umberto I, sito presso l’ala ovest della villa comunale, è stato recentemente “adottato” e recuperato dall’associazione, almeno per gli aspetti autorizzati dalle autorità competenti, con una cerimonia fissata per mercoledì 29 giugno, alle ore 10.
Alessandra Peluso