Le donne del Pd augustano a difesa del voto di genere


AUGUSTA – Dopo che il 24 giugno, in commissione Affari istituzionali dell’Ars, i componenti di M5s, Forza Italia, Udc e Sicilia democratica hanno votato per l’eliminazione della doppia preferenza di genere, le parlamentari regionali del Partito democratico Antonella Milazzo e Mariella Maggio hanno preparato un emendamento per applicare la parità di genere anche all’interno delle giunte, così come previsto in ambito nazionale dalle legge Delrio.
Si sono subito mobilitati a favore dell’iniziativa le associazioni femminili di area e i circoli del Pd, ma anche i coordinamenti delle sigle sindacali Cgil e Uil, per sostenere l’importanza della preferenza di genere e chiedere la composizione paritaria anche delle giunte.
Tra le adesioni e gli appelli, in data odierna, arriva quello del circolo Pd di Augusta, di cui è segretario Giancarlo Triberio, riferendo di schierarsi dalla parte di “questa battaglia di modernità e di giusto riconoscimento accanto alle donne democratiche, rilanciando un appello già sottoscritto dalle onorevoli Marika Cirone Di Marco e Sofia Amoddio“.
In un documento delle “donne democratiche”, appartenenti al Pd cittadino, si critica il voto in commissione sostenendo che “è incomprensibile, come atto politico e di civiltà, eliminare un riequilibrio delle rappresentanze di genere: si impedisce che le donne esercitino un diritto costituzionale (art. 51), la possibilità di essere candidate ed eventualmente di farsi eleggere per rappresentare uomini“.
Si difende il provvedimento che introdusse il voto di genere, la legge regionale n. 8 del 10 aprile 2013, che, secondo le donne del Pd, avrebbe “consentito il riequilibrio della rappresentanza tra uomini e donne nelle aule consiliari, portando alla politica molte giovani donne desiderose e capaci di dare il loro contributo di idee e valori alla comunità“.
Si richiede infine, invocando una “rivoluzione gentile” in rosa, che “la normativa nazionale in merito alle parità di genere nelle giunte comunali e regionali, nei consigli comunali e nel parlamento regionale, venga applicata anche in Sicilia“.