Ad Augusta archeologi sardi e siciliani a confronto sulle due antiche isole, “sorelle gemelle?”
AUGUSTA – Assumendo quale punto di riferimento la “pianura liquida” costituita dal Mediterraneo, con la terza edizione del ciclo di conferenze “Parole e pietre”, l’Archeoclub d’Italia sede di Augusta in collaborazione con il festival itinerante Naxoslegge, ha proposto tre incontri in città sul rapporto tra Sicilia e Sardegna nell’ambito dell’archeologia del Mediterraneo antico.
“Parole e pietre tra Sardegna e Sicilia: sorelle gemelle?” è il titolo della rassegna culturale tenuta nella terrazza del Nuovo circolo tennis di Augusta tra venerdì 26 e domenica 28 luglio, promossa ancora una volta da Mariada Pansera, presidente dell’Archeoclub locale, in sinergia con la giardinese Fulvia Toscano, fondatrice del noto festival letterario.
Gli autorevoli relatori hanno fatto emergere un sistema di relazioni tra popoli che si sviluppa fin dalla Preistoria e che ad oggi risulta scarsamente indagato. Le due maggiori isole del Mediterraneo centrale sono state al centro di un complesso fenomeno di processi culturali che, pur con traiettorie differenti, hanno caratterizzato la più antica storia del popolamento umano. Il filo di connessione potrebbe essere identificato nell’ampiezza dei territori e nella particolare conformazione orografica che, in entrambe le isole, ha determinato la formazione di distretti interni, ciascuno con caratteristiche culturali differenti.
Nella prima serata dal titolo “Pietre di Sardegna e pietre di Sicilia; archeologie a confronto” (vedi foto di copertina), lo scorso venerdì sera, è stato affrontato il tema dei rapporti tra Sicilia e Sardegna nella Preistoria, partendo dal primo processo di diffusione della cultura neolitica fino alle soglie della storia, quando le due isole subiscono un fenomeno “coloniale” di grande impatto: la Sardegna vive il contatto con i primi mercanti fenici, mentre la Sicilia, divisa in due parti, vede a oriente la colonizzazione greca e a ovest quella fenicio-punica. Le due isole sono inoltre collegate a una questione, ancora oggi al centro del dibattito archeologico, secondo cui sarebbero state la terra di rifugio dei predoni-nomadi che avevano messo a ferro e fuoco il Delta del Nilo. Shardana e Shekelesh, come erano menzionati nelle fonti egizie, avrebbero dato luogo ai nomi dei due rispettivi popoli attraverso cui ancora in epoca storica erano identificate le genti di Sardegna e Sicilia.
Insieme ai processi culturali l’altro tema centrale è quello della dimensione della sfera del sacro, di quelle forme di spiritualità che avevano caratterizzato la più antica storia di Sardegna e Sicilia, e di cui ancora oggi si conosce poco. Questo il tema del secondo incontro, sabato scorso con il titolo “Sacro di Sardegna e sacro di Sicilia“, nel solco del quale è stato proposto un confronto sul rapporto delle due isole con un forte sostrato religioso che si forma fin dall’età del Bronzo.
Nel terzo e ultimo incontro, domenica 28 con il titolo “Donne tra le due sponde“, infine, è stato affrontato un altro argomento di grande fascino: il mondo femminile nelle sue molteplici sfaccettature, dal ruolo della donna nella gestione della famiglia a quello di donne sacerdotesse o imprenditrici di attività artigianali. Due isole, Sicilia e Sardegna, in cui le donne fin dal momento antico hanno rappresentato una delle componenti culturali e sociali di società per le quali qualcuno ha proposto di parlare di mondo matriarcale.
Per affrontare i temi summenzionati, sono stati giunti ad Augusta, alternandosi nei tre incontri, autorevoli relatori quale Raimondo Zucca, archeologo, docente presso l’Università di Sassari nonché direttore del Museo archeologico di Oristano, che, durante l’incontro che ha inaugurato questa terza edizione di “Parole e pietre” ha conversato con Massimo Cultraro, dirigente di ricerca del Cnr – Ispc. In occasione del secondo appuntamento è stata la volta di Giorgio Murru, direttore del Menhir Museum di Laconi (Oristano) nonché direttore scientifico della Fondazione Mont’e Prama, che ha conversato con Lorenzo Guzzardi, già direttore del Parco archeologico di Leontinoi e Megara e, da qualche mese, ispettore onorario dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana per i beni culturali della provincia di Siracusa. Hanno concluso la tre giorni di incontri Anna Paola Delogu, archeologa e curatrice dell’Antiquarium Arborense di Oristano, e Caterina Greco, già direttore del Museo Salinas di Palermo.
(Nella foto di copertina, da sinistra: Toscano, Cultraro, Zucca e Pansera)